Anche Bros e Accursio chiudono: continuano le turbolenze stellari
- Alessandra Meldolesi
- 17 gen
- Tempo di lettura: 2 min


Bros e Accursio chiudono: Non si ferma la notte di San Lorenzo dell’alta cucina: è freschissima la notizia della chiusura di Bros, dirompente ristorante di Floriano Pellegrino e Isabella Potì. Che però, dopo essersi presi una “pausa creativa”, sarebbero intenzionati a rilanciare. Mentre Accursio Craparo ha scelto di dedicarsi a un’offerta più semplice, puntando sull’osteria.
Terry Giacomello, Nikita Sergeev, Viviava Varese, Mauro Ricciardi… L’elenco degli chef vittime delle turbolenze stellari continua ad allungarsi, come racconta il nostro precedente articolo https://www.lamadiablog.com/post/chi-sono-le-stelle-cadenti-da-terry-giacomello-a-nikita-sergeev.
Appena tre giorni fa Accursio Craparo, brillantissimo chef siciliano, ha preso commiato dal suo gourmet “Accursio” per consacrarsi interamente all’osteria “Radici”, situata a pochi passi in quel di Modica.
Chiuso per ferie dall’11 novembre, non riaprirà, come già sa la guida Michelin. A raccontarlo è lo stesso chef in un comunicato stampa, che recita in terza persona plurale, coinvolgendo la moglie Oriana Aprile: “I loro due ristoranti, Accursio Ristorante e Radici – l’Osteria di Accursio, diventeranno un solo luogo dove continuare a fare ricerca, a garantire il profondo senso dell’ospitalità e a proporre una selezioni di piatti che guardano con attenzione e innovazione all’idea di trattoria contemporanea”.
In questo caso, quindi, si tratterebbe di un “downshifting”, ovvero della scelta di una “semplicità volontaria” che venga incontro al mercato e alle esigenze di vita. Ed è proprio il caso di dispiacersi, visto che Craparo contava tra le stelle singole più brillanti dell’isola.
Sembra diverso il caso dei Bros di Lecce, come riporta il “Quotidiano di Puglia”. Se online il ristorante risulta “temporaneamente chiuso”, sui suoi canali social Pellegrino scrive che “inseguire un sogno richiede un immenso coraggio. Il coraggio di sacrificare il presente per un futuro così lontano da sembrare irraggiungibile”. E di fatto sul portone di via degli Acaya 2 campeggia il cartello: “Vendesi attività ristorante”. Non si tratterebbe tuttavia di una bandiera bianca. C’è chi dice che l’intenzione sia quella di spostare il gourmet a Scorrano e la trattoria a Lecce.
A sgombrare il campo dalle ipotesi arriva infine la dichiarazione definitiva dai canali social del ristorante: “Dopo un percorso di otto anni entusiasmante il team annuncia la chiusura definitiva della storica sede di Lecce. Una decisione maturata da tempo, frutto della volontà di intraprendere un nuovo cammino che consenta al ristorante di evolversi e di elevare ulteriormente i propri standard”.
“Questi anni ci hanno regalato momenti straordinari, ma sentiamo che è arrivato il tempo di lavorare in un contesto più in linea con la nostra visione. Il trasferimento ci consentirà di offrire un’esperienza ancora più vicina ai nostri ideali gastronomici”.
Non è dato sapere di preciso cosa accadrà dopo tre mesi di stop, dedicati a formazione e aggiornamento, che i due chef definiscono una “pausa creativa” volta a ricaricare le energie e gettare le basi per il futuro. Sta di fatto che dopo le parabole tormentate di Paolo Lopriore, Luigi Taglienti, Lorenzo Cogo e Terry Giacomello, il cammino dell’avanguardia sembra sempre più lastricato di spine.
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