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Gronda, l’app che sta cambiando la creatività in cucina

  • Immagine del redattore: Alessandra Meldolesi
    Alessandra Meldolesi
  • 12 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Gronda, l’app che sta cambiando la creatività in cucina
Gronda

Gronda potrebbe segnare la fine dell’epoca dei congressi gastronomici: oggi gli chef hanno l’opportunità di tenersi informati sulle ultime novità tecniche e non attraverso un’app a pagamento di gittata mondiale, che conta già milioni di utenti.

Christian è un cuoco che ha lasciato la ristorazione quotidiana per godersi l’infanzia della figlia Nina. Ora il suo lavoro è la consulenza e può trovarsi a dover comporre i menu più disparati, di pesce, fine dining, avanzati, a 360 gradi. È stato per fronteggiare queste nuove sfide che gli è tornata in mente l’app, di cui il suo ultimo chef faceva gran uso. “Contiene ricette e masterclass più o meno interessanti, ma sempre dettagliatissime nella composizione e nella preparazione tecnica, cosa che mi facilita al momento di calcolare il food cost. In più c’è una chat che rende possibile interagire col creator, anche in mancanza di contatti diretti, per scambiarsi consigli e delucidazioni”.

È uno dei due milioni di cuochi (più un milione di foodies) che consultano assiduamente Gronda, la scintillante vetrina sulla cucina contemporanea fondata da Valentin Schütz, rampollo di una famiglia di ristoratori d’albergo cresciuto nelle Alpi austriache, con la passione per l’informatica. Il suo motto recita “never leave out a good crisis”, ovvero “mai perdersi una buona crisi”, ed è stato per scongiurare la chiusura dell’attività di famiglia, a causa della mancanza di manodopera, che è rientrato dal suo lavoro in Germania e ha ideato un Linkedin degli chef. Non doveva essere nient’altro che una piattaforma per l’impiego, dove si potesse mostrare oltre il cv, il portfolio delle proprie capacità. Ma il progetto è stato spazzato via dal covid, con la chiusura dei ristoranti, che di certo non avevano problemi di assunzione. Piuttosto abbondava il tempo libero ed è così nata quella che oggi è Gronda: un’app dove divulgare materiali. La scommessa era che i cuochi fossero disposti a pagare per acquistare una premium membership, che consentisse loro di accedere alle ricette di esimi colleghi, i quali in cambio avrebbero ricevuto parte delle entrate. In pratica un “culinary innovation hub” planetario aggiornato in tempo reale. E il business è decollato: oggi sulle 170mila creazioni condivise fioccano i milioni.

Molti cuochi hanno esordito da utenti semplici e nel tempo sono assurti a creator, con la possibilità di avvalersi dell’esperienza di tutor per la creazione e il montaggio dei video. Scorrendo l’elenco spuntano nomi ragguardevoli. Per l’Italia, ad esempio, Antonia Klugmann, Andrea Aprea, Floriano Pellegrino e Isabella Potì, che hanno tenuto una masterclass su fermentazioni e preservazioni lei, gusto tipico salentino lui. “Per noi rappresenta una community. Portarvi il nostro lavoro sul rancido è stato un bell’esperimento comunicativo con super professionisti”, commenta lo chef pugliese. In testa alla classifica c’è tuttavia Marco Garattoni di Ancora a Cesenatico, che vanta 15mila follower. “Io definisco Gronda l’Instagram della cucina. A livello pro si accede a tutte le ricette e masterclass per una cinquantina di euro l’anno. Io però sono anche un creator e carico i miei contenuti, quindi ho un piccolo ritorno economico, ma stiamo parlando di spiccioli. Si tratta di video molto semplici sulle preparazioni del ristorante, girati col telefono, che però hanno un certo seguito perché sono stato fra i primi a partire, due anni e mezzo fa, quando ero ancora al Magnolia. Mi hanno chiamato loro, reputando che fossi bravo, sono partito e ho continuato per gioco. Ne ho ricavato visibilità, sono cresciuto sui social e ho conosciuto tanta gente, perché una volta l’anno si tiene un incontro generale a Innsbruck con specifici award”.

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